domenica 4 dicembre 2011

Dalla fondazione di Roma alla fine della Repubblica

La città di Roma viene fondata nel 753 a.C. secondo la leggenda da Romolo e Remo, figli di Marte e Rea Silvia, figlia del re di Alba Longa discendente da Silvio, figlio di Lavinia e di Enea, l'eroe troiano giunto nel Lazio dopo la caduta di Troia. Salvati da una lupa i due fratelli vennero cresciuti da un pastore e sua moglie, diventati grandi vennero a contrasto perché ciascuno intendeva dare il proprio nome alla città. Non arrivando ad un accordo, decisero di affidarsi al volo degli uccelli: chi ne avesse visti di più sarebbe stato il designato. Remo vide sei avvoltoi, ma Romolo il doppio: per questo spettò a lui il diritto di dare il nome alla città. Fu stabilito che nessuno doveva oltrepassare il solco tracciato per il perimetro della nuova città, senza il permesso del capo. Ma Remo, in segno di derisione, o per sfogare il suo dispiacere, lo oltrepassò ridendo. Romolo, offeso, si scagliò contro il fratello e lo uccise esclamando: “Così perisca chiunque osi offendere il nome di Roma!”. Da questo momento inizia l'età Regia di Roma. Romolo Fu il primo re di Roma, dopo di lui si susseguirono altri sei re:
Numa Pompilio, di stirpe sabina. Tullio Ostilio, di origine latina. Anco Marzio, di stirpe sabina. Trarquinio Prisco, si stirpe etrusca. Servio Tullio, etrusco di origini servili. Tarquinio il Superbo, ultimo re di Roma. Da questo momento inizia l'età Repubblicana, che va dal 509a.C. al 27a.C. I primi anni di questo periodo sono incentrati sulla stabilizzazione del potere. Verso il 496 a.C. cominciò il processo di espansione entrando in conflitto con i popoli italici. Un nuovo equilibrio fu stabilito con il Foedus Cassianum, un trattato di pace stipulato tra Romani e Latini, che rimase in vigore fino al 338 a.C. La situazione rimase per lo più stabile, ci furono alcune rivolte ma niente di importante. Tra il 482 a.C. e il 474 a.C. Roma dovette combattere duramente contro la città di Veio, che dopo aver annientato l'esercito privato dei gens Fabia nella battaglia del Cremera del 477 a.C., era arrivata addirittura a costruire opere fortificate sul Gianicolo, appena fuori dalle mura della città. In questo periodo inoltre ci furono altri scontri con Equi, Sabini e Volsci. La situazione rimase guerreggiante per un lungo periodo. Dopo aver respinto l'offensiva delle popolazioni vicine, i Romani si videro ostacolata l'espansione a nord dalla ricca e fiorente città etrusca di Veio, che le contendeva il dominio sul Tevere. Iniziata nel 477 a.C. (battaglia del Cremera), la guerra si conclude nel 396 a.C. con la distruzione della città etrusca ad opera di Furio Camillo, dopo un assedio di dieci anni. A questo punto, l'espansione romana nel Centro Italia era, però, ancora ostacolata dalla migrazione di Celti e Sanniti. Verso la fine del V secolo a.C., numerose popolazioni celtiche cominciarono a migrare dall'Europa Settentrionale (a est del Reno ed a nord del Danubio) per insediarsi nei territori dell'attuale Francia, Spagna e Gran Bretagna. Attorno al 400 a.C., alcune di queste popolazioni raggiunsero l'Italia Settentrionale.Nel 390 a.C. circa i Romani fronteggiarono in una battaglia campale presso il fiume Allia i Galli, guidati dal condottiero Brenno, che sconfissero un'armata romana di circa 15.000 soldati e incalzarono i fuggitivi fin dentro la stessa città, che fu subire una parziale occupazione e un umiliante sacco, prima che gli occupanti fossero scacciati. Dopo il superamento del pericolo costituito dalla presenza delle popolazioni galliche a Nord, temporaneamente respinte grazie alla battaglia dell'Aniene, le vittorie su Volsci ed Equi e gli accordi stipulati con Etruschi e Latini, Roma poté avviare, nella seconda metà del IV secolo a.C., un intenso processo di espansione verso il Meridione della penisola italica. Rinnovò il trattato con Latini ed Ernici in funzione anticeltica, e dieci anni più tardì rinnovà anche il trattato con Cartagine. Tra il 340 e il 338 a.C., Roma dovette combattere una nuova e sanguinosa guerra latina, che vinse solo con grandissimi sforzi. Nel 327 a.C., poi, si riaprì il conflitto con i Sanniti: i Romani, seppur sconfitti a Forche Caudine e a Lautulae, riuscirono a riportare una complessiva vittoria nel 304 a.C. Contro i Sanniti Roma combatté, infine, una terza guerra tra il 298 e il 290 a.C., al termine della quale ogni resistenza poteva dirsi annientata. I Sanniti dovettero abbandonare le loro mire territoriali e fornire contingenti di truppe ausiliarie alle legioni romane. Il tempo di liquidare gli ultimi avversari nella regione e Roma si assicurò il predominio nell'Italia centrale. Consolidata la propria egemonia sull'Italia centro-meridionale, Roma arrivò a scontrarsi con le città della Magna Grecia. Per conquistare totalmente la Magna Grecia ci vollero numerosi anni di guerre incessanti contro tutte le città meridionali, fino al 272a.C. quando Taranto la città più importante della Magna Grecia dopo un lungo assedio si arrese al potere di Roma. Conquistata tutta l'Italia Roma voleva espandere la sue egemonia sul Mediterraneo. Per questo si scontrò con Cartagine con cui aveva avuto ottimi rapporti fino a quel momento. Le battaglie contro Cartagine furono tre, dette Guerre Puniche. Nella prima Guerra Punica (264-241 a.C.) i cartaginesi tentano di conquistare Messina ed in breve potranno controllare quasi tutta la sicilia, i romani temendo un'egemonia cartaginese decidono di inviare aiuti a Messina, la guerra è principalmente navale. I romani non conosevano nulla di navigazione, ma costruirono delle speciali triremi munite di un rostro e di un ponte mobile con cui agganciare le altre navi (Corvo) e poter sfruttare il combattimento corpo a corpo.I romani tentano di conquistare cartagine inviando delle legioni in tunisia comandate da Attilio Regolo, va male ed Attilio viene rimandato in patria per trattare la pace. Attilio incita però i romani a continuare la guerra, torna a cartagine per riferire che la guerra andrà avanti, l'aveva promesso che sarebbe tornato, ed i cartaginesi lo infilano in una botte di chiodi e lo fanno ruzzolare giù da una rupe. La guerra fu vinta nella battaglia delle Egadi e Roma acquisì il controllo della Sicilia. Tra la prima e la seconda guerra Punica Roma conquista una parte dell'Illirio e penetra nella Pianura Padana. Nella seconda guerra Punica (218-202 a.C.) Annibale vuole vendicarsi della disfatta cartaginese ed assedia e distrugge Sagunto, città iberica alleata di Roma, valica le alpi con il suo esercito e piomba alle spalle dei romani, con lui sono alleati anche i galli. Sconfigge i romani sul Ticino sul Trebbia e sul lago trasimeno, scende verso la puglia per far insorgere le popolazioni dell'Italia meridionale, sconfigge i romani a Canne. Roma addotta una tattica nuova, quella di Quinto fabio Massimo, cioè logorare lentamente Annibale. Il generale si allea con Filippo V di Macedonia, che però viene sconfitto. I romani portarono la guerra in Spagna e sconfiggono i rinforzi del fratello di Annibale, Asdrubale, nella battaglia del Metauro. Praticamente assediato nella Calabria Annibale è richiamato in patria, ma qui si scontra a Zama con Scipione l'Africano ed è definitivamente sconfitto. Tra la seconda e la terza Guerra Punica Roma continua in suo processo di espansione conquistando la la Gallia Cisalpina. Nella terza guerra Punica (149-146 a.C.) Cartagine è ormai indifesa ed i romani, incitati anche da Catone il Censore con il suo ''Ceteram censeo Carthaginem delendam esse'' con cui terminava ogni suo discorso. La città fu cinta d'assedio e definitvamente distrutta (146 a. C.) dal nipote da Scipione l'Africano, Scipione l'Emiliano. Senza più cartagine Roma era la padrona del Mediterraneo. Durante questo periodo inoltre viene conquistata anche la Grecia. Successivamente avviene un nuovo espansionismo mediterraneo conquistando Spagna, Gallia Narbonense ed Asia (133-121 a.C.). Questo fu anche il periodo delle riforme dei Gracchi. Nel 133 a. C. fu eletto tribuno Tiberio Gracco che subito propose una legge agraria. Intorno a Tiberio si schierò un partito definito democratico, composto principalmente dalla plebe cittadina. Contro Tiberio si schierarono i patrizi ed i grandi proprietari terrieri. Tiberio per le sue idee venne ucciso e poi gettato nel Tevere. Il programma di Tiberio però non si arrestò, fu ripreso infatti dal fratello Caio Gracco, eletto tribuno nel 123 a.C. Egli fu uno dei più grandi uomini politici di Roma, oratore convincente ed appassionato, capì che per attacare il Senato avrebbe dovuto avere l' appoggio dei cavalieri, per cui fece votare una legge che li favorisse. Gracco operò molto a favore di Roma, ma anche lui venne ucciso durante un tumulto. Negli anni successivi la politica romana fu caratterizzata sempre più dal radicalizzarsi della lotta tra il partito degli ottimati e quello dei popolari. In questo contesto irruppe nella storia romana un homo novus, cittadino romano proveniente però dalla provincia: Gaio Mario. Grande generale che riportò numerose vittorie in Africa, venne nominato console per 5 volte di seguito e riformò l'esercito. In Senato lo scontro politico tra le due fazioni avverse, quella degli ottimati che aveva trovato il suo "campione militare" nel nobile Lucio Cornelio Silla, e quella dei mariani guidata dal generale ed "uomo nuovo" Gaio Mario, si stava sempre più radicalizzando, trovandosi sempre in disaccordo arrivarono a vari scontri. Questi disaccordi portarono allo scontro tra gli ottimati e i mariani, dove persero e Silla si fece nominare dittatore (88-78 a.C.). Dall'88 al 63 a.C. ci furono le guerre mitridatiche contro Mitridate VI sovrano del Regno del Ponto. Dal 73 al 71 a.C. ci fu la rivolta degli schiavi guidati da Spartaco, che terminò con la sconfitta di Spartaco da parte di Pompeo e con l'approvazione di piccoli diritti verso gli schivi. Nel 62 a.C., dopo essergli stato più volte vietato di diventare console, Lucio Sergio Catilina decise di ordire una congiura per rovesciare la Repubblica. Ma Marco Tullio Cicerone riuscì a sventare la congiura. Questo è il periodo in cui Cesare comincia a farsi una carriera politica. Nel 60a.C. viene stipulato il primo triunvirato tra Cesare, Pompeo e Crasso. Nel 59 a Cesare gli viene dato il consolato in Gallia, dove rimarrà per dieci anni durante il quale combatterà contro tutti i popoli Galli, contro i Germani, In Britannia e in Spagna. Nel 49a.C. Negatigli i sui trionfi decide di attraversare il Rubicone con le sue truppe e da qui inizia la guerra civile che lo porterà a combattere in Epiro, Africa e Spagna. Uccisi tutti i suoi oppositori nel 45 a.C. torna a Roma dove viene dichiarato dittatore a vita. Nel 44 a.C alle idi di marzo per opera di circa 60 senatori venne ucciso nella curia di Pompeo, il motivo di tale atto secondo i congiurati era quello di risparmiare la repubblica, questo però ebbe l'effetto contrario e portò pi velocemente all'impero.

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